Molti sono fatti così. Quando si tratta di affrontare un problema più grande di quello che siamo abituati a risolvere, oppure quando siamo nel mezzo di un conflitto interiore o di dovere fare una scelta importante, il nostro corpo accusa il colpo, ne subisce le conseguenze.
Se è una cosa momentanea, questo lieve malessere si trasforma in uno stimolo per trovare una risposta efficace e riportare il nostro sistema psicofisico in equilibrio. Le cose si complicano però quando i tempi di soluzione si allungano e ci troviamo a fare i conti con una modalità che assomiglia più ad uno stato di allerta. Le conseguenze fisiologiche di tale attivazione, si traducono in un aumento di parametri fisiologici che a lungo termine potrebbero dare dei problemi.
I sintomi più frequenti
Per esempio l’attivazione dell’apparato cardiocircolatorio, si traduce in aumento del battito cardiaco (tachicardia) e di quello dei valori pressori, che possono portare il soggetto predisposto ad ipertensione arteriosa con ipotetiche conseguenze ancor più gravi (infarto). Anche quella che viene definita ansia, in realtà può avere come causa principale una modalità di espressione che si rivolge all’interno del nostro organismo, determinando sintomi fastidiosi e a volte invalidanti (crisi di panico, disagio di essere in luoghi affollati, fobie,incapacità di stare con gli altri..). Anche le forme di insonnia più o meno marcate rappresentano una fetta importante di quello che chiamiamo somatizzazione.
Chi giunge ad un consulto psicologico molto spesso arriva con uno o più sintomi che provengono dal proprio corpo.
È importante ricordare che, la prima cosa da accertare è di escludere che vi sia una qualsiasi causa organica che determini la sintomatologia.
Successivamente e con il massimo rispetto si inizia un lavoro psicologico esplorativo teso ad individuare l’eventuale presenza di aree focali da cui partono i sintomi. Tale lavoro implica un impegno che deve essere svolto sia dal terapeuta, che dal paziente. Ecco forse perché una psicoterapia non è come fare una passeggiata e soprattutto perché ha dei tempi che necessariamente hanno bisogno di spazi e continui assestamenti.
Iniziare infatti un lavoro psicoterapeutico, teso a migliorare e risolvere i sintomi, deve trovare principalmente nella relazione con lo psicologo la modalità più consona, per potersi sviluppare e dare i suoi frutti.
Apparato gastrointestinale e cardiocircolatorio
Tra i diversi esempi che potremmo portare, ne presentiamo due. Il primo riguarda una somatizzazione riguardante l’apparato gastrointestinale, l’altro quello cardiocircolatorio.
Stomaco e intestino sono il bersaglio preferito che il nostro corpo predilige per manifestare il proprio disagio.
Non a caso le cosiddette malattie gastro correlate sono tra i primi posti nelle cure un po’ in tutto il mondo.
Il primo a “farne le spese” è lo stomaco che continuamente attivato, produce in eccesso acido cloridrico. Ormai sentire parlare di reflusso gastrico, acidità gastrica, ulcera è diventato così consueto, che ormai non fa più notizia. Così come persone soggette a colon irritabile che hanno come sintomi dolori addominali, scariche diarroiche, gonfiori post prandiali, sono la quotidiana descrizione di milioni di pazienti che entrano nelle nostre farmacie a chiedere un rimedio. Tra l’altro tutto questo ha un costo per la collettività che si traduce in analisi ed esami diagnostici di gastroenterologia, spesso, totalmente inutili come sottolineato dalla Sige, la Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, che punta i riflettori in particolare sulle esofagogastroduodenoscopie.(http://www.sigeitalia.it/allegati/RS/17_01/17_02_21_QuotidianoSanità.pdf).
Il secondo caso riguarda gli effetti sul sistema cardiocircolatorio. Qui i sintomi principali espressi sono la tachicardia e l’ipertensione arteriosa. Sembra ci siano soggetti più predisposti di altri di ammalarsi e di sviluppare una malattia cardiaca, proprio per l’incapacità di far prendere altre vie ai propri sintomi.
Ecco allora come un percorso psicoterapeutico possa rientrare a pieno titolo e con ottimi risultati sulla attenuazione e risoluzione dei sintomi.
Non a caso si chiamano malattie psicosomatiche, proprio per sottolineare quanto l’impatto della nostra psiche sia determinante.
Terapie integrate
Affrontare i sintomi psicosomatici e risolverli definitivamente, richiede un approccio integrato delle terapie.
Ricordando che eventuali terapie farmacologiche agiscono attenuando il sintomo, ma non la causa, la restante parte è svolta da una psicoterapia che affrontando più nel dettaglio ed in profondità le questioni sottese, agisce in modo sinergico e risolutivo.
Potremmo equiparare la psicoterapia ad un contenitore dove tutto ciò che prima passava per l’interno, per il corpo, ora può essere espresso, discusso, a volte anche “sfogato” in un luogo sicuro con il proprio terapeuta. Non siamo più lasciati soli, ma piano piano riusciamo insieme a costruire un senso, un significato che prima non vedevamo, una nuova collocazione di quello che non trovava altro sbocco se non nel nostro corpo.
Il risultato alla fine è quello di riuscire a conseguire un nuovo strumento che permetterà di fronteggiare e risolvere senza più somatizzare ed ammalarsi, il nostro disagio e risolvere finalmente il nostro conflitto interno.
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