Il perfezionismo clinico è “un’eccessiva dipendenza della valutazione di sé dall’inseguimento e dal raggiungimento di standard personali esigenti e autoimposti in almeno un dominio altamente saliente (cioè che abbia un significato individuale) nonostante le conseguenze avverse”.

COME SI MANIFESTA IL PERFEZIONISMO CLINICO:

I perfezionisti si valutano positivamente quando riescono a raggiungere standard personali esigenti, ma allo stesso tempo, per la paura di fallire, continuano a controllare la loro preparazione e spesso procrastinano o evitano la prestazione. Frequentemente quindi, non raggiungono i loro standard, con gravi conseguenze sull’autostima; la qualità della loro vita è infatti tendenzialmente scadente. Il perfezionismo causa inoltre conseguenze negative a livello emotivo (depressione, ansia), sociale (isolamento), fisico (insonnia, stanchezza, tensione muscolare, sintomi dispeptici), cognitivo (scarsa concentrazione, rimugini, aumento delle critiche su di sé) e psicologico. Le conseguenze negative sono tollerate perché sono considerate l’evidenza oggettiva degli sforzi effettuati per raggiungere gli standard. Queste caratteristiche hanno portato a distinguere il perfezionismo patologico dal sano desiderio di eccellere: la ricerca di eccellere spinge difatti le persone a provare entusiasmo e piacere nel cercare di raggiungere gli obiettivi e a non considerare gli errori come l’evidenza di un difetto personale.

perfezionismoTipicamente, infatti, la gente ha un sistema di autovalutazione articolato, si valuta in base al successo che riesce a raggiungere in varie aree, come le relazioni con la famiglia e con gli amici, il lavoro, lo sport, ecc.. mentre le persone con perfezionismo patologico hanno pochi domini di autovalutazione e basano la loro valutazione esclusivamente sugli standard raggiunti in un dominio predominante, ma ciò è rischioso in quanto, se si fallisce nel raggiungere gli standard in quel dominio, crolla l’intero sistema di autovalutazione e si sviluppa una valutazione generalmente negativa di sé.

Persona senza perfezionismo clinico

famiglia amici lavoro scuola sport musica

Persona con perfezionismo clinico

lavoro famiglia altro

Oltre al perfezionismo autoimposto, i perfezionisti possono avere anche la tendenza ad aspettarsi dagli altri prestazioni elevate e a valutare le persone negativamente se tali standard non sono raggiunti (perfezionismo eterodiretto) e/o la tendenza a ritenere che gli altri abbiano delle aspettative elevate nei loro confronti e che se tali aspettative vengono deluse saranno valutati negativamente dagli altri (perfezionismo sociale).

LE ORIGINI DEL PERFEZIONISMO:

Come qualsiasi stile di personalità anche il perfezionismo sembra derivare dalla combinazione di predisposizione genetica (dal 24% al 49%) e di fattori di rischio ambientali. Nel primo caso si ipotizza l’aumento di serotonina cerebrale che provocherebbe la presenza di una certa ossessività e di disforia, nel secondo caso i fattori sono molteplici, ad esempio:

  • Subire critiche da parte di genitori, insegnanti, partner.
  • Non ricevere approvazioni oppure riceverle in modo incoerente o condizionante.
  • Ricevere rinforzi per la prestazione: il perfezionismo tende inizialmente a produrre effettipositivi che possono intensificare la convinzione che per avere una buona valutazione di sé è necessario perseguire standard esigenti.MECCANISMI DI MANTENIMENTO DEL PERFEZIONISMO:
    Esistono alcune caratteristiche che favoriscono l’automantenimento del perfezionismo stesso, tracui:
  • Pensieri e preoccupazioni sulla prestazione e sul raggiungimento degli standard, che sono automatici e assumono la forma di regole rigide, autoimposte e “tutto-nulla”(devo essere il migliore della classe se no non valgo nulla).
  • La marginalizzazione di altre aree importanti di vita, che non permette di trovare altri domini di autovalutazione.
  • Il check, ovvero il controllo
  • continuo ed eccessivo della prestazione, che evidenzia ciò che non si riesce a raggiungere, aumentando dubbi e ansia e rallentano l’esecuzione del compito.
  • Il check di confronto, ovvero il confrontarsi di continuo con la prestazione di altri, che è considerata in modo superficiale e non critico, al contrario della propria.
  • Comportamenti controproducenti, come ad esempio liste dettagliate, pianificazione eccessiva dei tempi, ecc.. adottati per contrastare le pratiche perfezioniste, che spesso fanno però perdere tempo che potrebbe essere speso per fare altre attività importanti.
  • L’evitamento della prestazione, che ha l’effetto di ridurre a breve termine l’ansia legata alla prestazione, ma a lungo termine non permette di verificare il risultato e mantiene l’autocritica.
  • Il procrastinare, che instau
  • ra un circolo vizioso con il perfezionismo.
  • Il raggiungimento degli standard, che comporta una rivalutazione degli standard raggiunti cometroppo bassi e insufficientemente esigenti. Questo porta a innalzare gli standard aumentando ilrischio di fallire.
  • Il non raggiungimento degli standard, che si associa a pensieri di autocritica e autosvalutazione

con conseguente pianificazione dell’aumento dell’impegno.

• Meccanismi di mantenimento aggiuntivi; il perfezionismo può infatti essere mantenuto anche da conseguenze positive, come un contesto sociale che valuta positivamente gli standard elevati o il senso di controllo derivante dal concentrarsi esclusivamente sul dominio della prestazione.

  • Marginalizzazione di aree importanti della vita
  • Conseguenze positive
  • Eccessiva valutazione dell’inseguimento e del raggiungimento di standard personali e auto-imposti
  • Check della prestazione con attenzione selettiva agli errori
  • Comportamenti controproducenti
  • Evitamenti Procrastinazione
  • Perseguimento rigoroso di standard personalmente esigenti
  • Preoccupazioni sulla prestazione e sul raggiungimento egli standard
  • Raggiungimento dello standard
  • Rinforzo intermittente e innalzamento dello standard
  • Non raggiungimento dello standard
  • Autocritica e incremento dell’impegno

 

ASSOCIAZIONE DEL PERFEZIONISMO CON ALCUNI DISTURBI PSICOLOGICI:

Il perfezionismo può essere un fattore di mantenimento e di rischio per diversi disturbi psicologici:

  • Disturbi dell’umore (Depressione, Disturbo bipolare, episodi maniacali)
  • Disturbi d’ansia (Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), Disturbo da Ansia sociale, Disturbo da attacchi di panico)
  • Disturbi di personalità
  • Disturbi dell’alimentazione (DCA)

L’anoressia nervosa può infatti essere considerata l’espressione di uno stile temperamentale che include il raggiungimento della perfezione. Le anoressiche si valutano solo in base al dominio del peso e della forma fisica e se non raggiungono i loro standard autoimposti, tipicamente quasi irraggiungibili, cadono in un’autovalutazione complessivamente negativa. Il rimuginio, attività tipica della persona perfezionista, è un’attività di pensiero caratterizzata da una prevalenza di previsioni ansiose e di timori di possibili futuri eventi negativi. Alcuni studi supportano l’ipotesi che il rimuginio svolga un ruolo psicopatologico nei DCA. La definizione del DSM-IV di timore della grassezza ha punti in comune col rimuginio. Infatti il timore della grassezza è una predizione su possibili eventi negativi riguardo al peso e al grasso.

TRATTAMENTO DEL PERFEZIONISMO:

Gli studi più recenti hanno evidenziato che la presenza di perfezionismo sembra influenzare negativamente l’esito del trattamento di altri disturbi psicologici, mentre il trattamento del perfezionismo può produrre un miglioramento nei disturbi psicologici coesistenti, senza focalizzarsi sulle caratteristiche cliniche specifiche del disturbo.

L’Oxford Eating Disorders Research Group, con il contributo di gruppi clinici e di ricerca australiani, ha messo a punto un protocollo d’intervento cognitivo-comportamentale specifico per il trattamento del perfezionismo clinico nei disturbi di Asse I del DSM-IV, in particolare nei disturbi d’ansia e dell’alimentazione e nel disturbo depressivo. Il trattamento può essere offerto sia in un tradizionale setting psicoterapeutico individuale, sia in gruppo, sia online come strumento di auto- aiuto, pur con alcune limitazioni. Una recente meta-analisi ne ha dimostrato la particolare efficacia nel ridurre sia il perfezionismo stesso che i sintomi psicopatologici associati. Infatti il 75% dei pazienti ha sperimentato una riduzione clinicamente significativa del perfezionismo e questi miglioramenti sono stati mantenuti a 16 settimane di follow-up dopo la fine del trattamento. Le persone che hanno ricevuto il trattamento per il perfezionismo hanno anche sperimentato una diminuzione significativa della depressione e della preoccupazione per gli errori, della frequenza degli episodi bulimici e dei livelli di ansia, oltre a un incremento significativo dell’autostima.

 

M. GalimbertiSofia Tagliabue

Bibliografia e sitografia:


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