Scritto da Dott.ssa Carla Pellegrini
Il disturbo ossessivo compulsivo da relazione (DOCR) è diventato, soprattutto recentemente, oggetto di attenzione e studio come tipologia specifica di DOC.
Riprendendo l’inquadramento clinico del DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo), già trattato in precedenza ( Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati ):
Il DOC rappresenta un disturbo statisticamente molto frequente nella popolazione e si caratterizza per la presenza di ossessioni e/o compulsioni.
Le ossessioni (pensieri, impulsi e/o immagini ricorrenti) e le compulsioni (comportamenti e/o azioni mentali che l’individuo si sente obbligato a mettere in atto) possono riguardare differenti tematiche e possono essere connesse tra loro o indipendenti.
In alcuni casi, alcune persone possono sviluppare un disturbo ossessivo compulsivo con una sintomatologia incentrata sulle relazioni intime.
Si possono distinguere due tipologie di DOCR:
- con sintomi ossessivo-compulsivi focalizzati sulla relazione;
- con sintomi ossessivo- compulsivi focalizzati sul partner.
DOCR focalizzato sulla relazione
In questo caso, la persona presenta dubbi e preoccupazioni, insistenti e ripetuti, su:
- i sentimenti provati nei confronti del partner (es. Lo/a amo davvero? Sto bene con lui/lei?)
- i sentimenti che il partner prova nei suoi confronti (es. Mi ama davvero?)
- l’idoneità della relazione stessa (es. È la relazione giusta?)
DOCR focalizzato sul partner
In questa seconda fenomenologia, l’individuo presenta una preoccupazione eccessiva per le caratteristiche del partner (es. È abbastanza bella/o?; È intelligente? È abbastanza simpatica/o?).
Tali sintomatologie possono verificarsi insieme o separatamente e comportano un disagio clinicamente significativo per l’individuo.
Questi pensieri intrusivi possono, inoltre, manifestarsi in maniera egodistonica: la persona può percepire la relazione e il partner come soddisfacenti ma non riuscire a non mettere in dubbio i propri sentimenti, quelli del partner e/o la relazione stessa (“Sono felice ma non riesco a non chiedermi se sia la relazione giusta per me”).
Allo stesso modo, potrebbe non condividere il contenuto delle preoccupazioni riferite al partner (“Non mi dovrebbe importare così tanto dell’aspetto fisico”) e per questo provare senso di colpa e vergogna.
Molto spesso, a tali preoccupazioni possono seguire comportamenti ripetuti di:
- monitoraggio delle proprie emozioni e sensazioni (“Ora come mi sento? Mi sento innamorato/a?”);
- monitoraggio di emozioni e comportamenti del partner (“Mi ama in questo momento? È felice di stare con me?”);
- rievocazione di ricordi positivi legati alla relazione e/o ricerca di rassicurazioni rispetto all’adeguatezza della stessa.
Nel DOCR, la persona percepisce che il proprio valore è strettamente legato alla valenza della relazione e/o del partner. Di conseguenza, i dubbi e le preoccupazioni che emergono con i pensieri intrusivi rappresentano un elemento di intensa incertezza, che risulta difficile da tollerare senza mettere in atto i comportamenti sopracitati.
L’idea di trovarsi in una relazione “sbagliata” è vissuta come catastrofica; ciò contribuisce alla creazione di aspettative, rispetto all’ideale di una relazione, sempre più estreme e che possono diventare un ulteriore elemento di frustrazione.
Come intervenire?
In un percorso di psicoterapia, successivamente ad un preliminare assessment, il paziente è accompagnato in una prima fase di psicoeducazione, attraverso cui può assumere conoscenza e consapevolezza del proprio funzionamento e dei sintomi del DOCR.
Sulla base di ciò, è possibile intervenire, come per altre forme di DOC, attraverso tecniche come la messa in discussione dei pensieri disfunzionali o l’esposizione con prevenzione della risposta (ERP).
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Articolo a cura della Dott.ssa Carla Pellegrini
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