Luca ci contatta per degli attacchi di panico che in questi ultimi tempi si sono presentati con una certa insistenza. Nel descriverli è convinto di soffrire di ipertensione arteriosa e di avere i classici sintomi di un ictus. A quasi nulla serve rassicurare e spiegare che questi sintomi non esistono soggettivamente, ma sono frutto di un’eccessiva paura di avere malattie gravi non diagnosticate. Stiamo parlando di ipocondria.

In altri casi chi ne soffre tende ad esagerare sui propri sintomi, fino ad arrivare a soffrire di angoscia e depressione.

La paura è un meccanismo naturale che tutti mettiamo in atto e serve per allertarci dai pericoli, ma, una eccessiva e reiterata preoccupazione, può portare ad uno schema mentale che diventa disfunzionale e che può determinare un peggioramento della propria qualità della vita. Pertanto,in questi casi, diventa fondamentale ridurre la paura per riportarla nei limiti entro i quali diventa utile per l’esistenza.

Chi è l’ipocondriaco

L’ipocondriaco è una persona che proprio perché è estremamente sensibile al proprio stato di salute, non ci penserà due volte a sottoporsi a visite specialistiche, esami di tutti i generi, richieste di cure farmacologiche… Il risultato però non darà mai un responso, non verrà fatta alcuna diagnosi oggettiva ed il nostro paziente continuerà nella sua ricerca per trovare una causa al proprio malessere.

Criteri per diagnosticare l’ipocondria

Per diagnosticare una ipocondria la persona coinvolta, deve essere convinta di soffrire di almeno due diverse patologie gravi di cui conosce approfonditamente i dettagli sintomatologici di almeno una di esse. Questa persona si sottoporrà a tutta una serie di esami fisici, dove però non apparirà nessun segnale dei problemi che riporta.
Altra caratteristica inoltre è rappresentata da una eccessiva preoccupazione

per la qualità delle esplorazioni mediche e il malessere persiste per oltre sei mesi avendo conseguenze sulle prestazioni lavorative e nelle relazioni interpersonali.


Aspetti sintomatici dell’ipocondriaco

Chi soffre di ipocondria vive continuamente nel timore di potersi ammalare. Non ha un attimo di tregua: ne ha sempre una e non si sente mai in forma e pienamente in equilibrio. Anzi, avverte spesso sintomi e dolori di varie forme.

Non c’è nessuna visita medica o esame specifico che lo rassicuri e tranquillizzi..
E poiché è sempre insoddisfatto, consulta più di uno specialista chiedendo di farsi prescrivere analisi sempre più mirate.

Il ricorso ad Internet poi è all’ordine del giorno per trovare notizie ed informazioni che giustifichino e dimostrino il suo malessere.

C’è comunque da sfatare una credenza molto radicata quando parliamo di ipocondria, cioè quella di identificarla con la vecchiaia.

Infatti è opportuno sapere che la maggior parte delle persone ipocondriache, sono uomini di età attorno ai 30 anni e donne sui 40 anni.

La “maniacalità” con la quale gli ipocondriaci studiano con attenzione il corpo umano e la sua fisiologia arriva fino a competere con il proprio medico che esausto dalle loro richieste, rischia di finire con l’assecondare continue prescrizioni ed analisi inutili ( oltre che costose).

La ricerca di una diagnosi che giustifichi il loro malessere diventa allora  uno degli obiettivi fondamentali a cui tendere che però impegna energie e risorse in continuazione.

Così facendo in modo subdolo ma continuo, la salute e le patologie diventano l’unico argomento di interesse e conversazione. Risultato: le relazioni sociali e interpersonali si deteriorano e lasciano l’ipocondriaco sempre più solo.

Cosa passa nelle mente dell’ipocondriaco

ipocondriacaUna perenne paura, un sentirsi sempre in allerta e preoccupato per la propria salute: questo è l’assetto mentale di base dell’ipocondriaco.

Paura delle malattie, osservazione del proprio corpo, particolare attenzione a ciò che proviene da esso, ricerca spasmodica di eventuali sintomi che produce, insomma tutto è proteso verso questo versante.

In questa perenne e continua ricerca, finalmente si trova un sintomo, che può essere anche un piccolissimo dolore o fastidio, ma che viene incasellato e inquadrato sotto un’etichetta diagnostica “rassicurante”.


Da qui, inizia un circolo vizioso, con pensieri ossessivi sulla malattia che potrebbe avere, i suoi sviluppi, le convinzioni di avere una patologia grave o addirittura mortale e il coinvolgimento nella sua ansia di persone vicine ( un genitore, il proprio compagno o compagna, moglie, ecc…). Si arriva fino a transitare per i vari reparti ospedalieri e sottoporsi a visite mediche con l’obiettivo di attestare  e confermare la propria convinzione.

La paura delle malattie: perché ?

Le cause dell’ipocondria sono molte e spesso sono combinate tra di loro. Tra le più comuni incontriamo:

Un’educazione basata sulla paura o su una eccessiva protezione
Normalmente, esplorando la storia di vita degli ipocondriaci, si trova che da piccoli hanno avuto un’educazione iperprotettiva o un familiare vicino, che spesso ha manifestato un’ eccessiva preoccupazione per la propria salute.

Esperienze traumatiche a stretto contatto con la malattia o la morte.

Si può trovare che nel proprio vissuto, la persona stessa ha sofferto di una malattia grave, o ha vissuto l’esperienza di prendersi cura di un familiare malato gravemente.

Interpretazione sbagliata dei sintomi

Molto spesso l’ipocondria si scatena a partire da sintomi che sono male interpretati. Questa persona possiede una discreta informazione a livello medico e si spaventa in presenza di qualsiasi tipo di segnale. Per esempio, può confondere una contrattura muscolare nel braccio sinistro con la presenza di un infarto o il mal di testa persistente con un tumore o un’emorragia cerebrale.

Il tema della suggestionabilità

Vi è una sorta di mancanza di obiettività che vira sul piano emotivo ad emozioni negative ed a scenari nefasti. Così le persone particolarmente suggestionabili possono sviluppare un atteggiamento eccessivo che porta all’ipocondria.
Naturalmente, oltre a queste cause, esistono persone che utilizzano le malattie per attirare l’attenzione su di sé.

Come ci si può liberare da queste paure?

Normalmente è difficile gestire l’ipocondria dato che queste persone non riconoscono che la causa della loro sofferenza è psicologica. Così, si rifiutano di sottoporsi ad un trattamento terapeutico.

Essenzialmente, il trattamento dell’ipocondria si basa sulla combinazione di farmaci antidepressivi con la psicoterapia. Infatti, accade spesso che la sinergia tra l’intervento farmacologico e quello psicoterapeutico, risulti il più efficace nel trattamento di questi casi. I medicinali riducono l’angoscia ma non sono sufficienti per eliminare le idee relative alla malattia immaginaria, che abbisogna di un percorso psicoterapeutico per potere essere trattata in modo efficace e risolutivo.


La psicoterapia in sé, praticamente si occupa di alleviare l’angoscia e la paura che sentono queste persone insegnando loro come affrontare il problema.

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