Scritto da Dott.ssa Carla Pellegrini

Il termine stalking fa riferimento ad un insieme di comportamenti ripetuti e intrusivi. Il molestatore tenta di contattare, avvicinare e/o comunicare con un’altra persona, utilizzando una varietà di mezzi sgraditi alla vittima, dai più innocenti ai più violenti.

Molto spesso si opera una classificazione dei comportamenti di stalking in base a:

  • la relazione che può legare o meno vittima e stalker: ad esempio se lo stalking si instaura tra i  membri di una coppia, tra ex partner, tra colleghi, tra sconosciuti, ecc.
  • il contesto in cui i comportamenti vengono messi in atto: posto di lavoro, online, in strada, ecc.
  • il tipo di comportamento attuato: frequenza, durata, tipologia di azioni.
  • la caratterizzazione psicologica dello stalker.

Sono in molti, inoltre, ad identificare la violenza di genere come una componente fondamentale di tali comportamenti, sottolineando così l’importanza dei fattori socio-culturali che ne sono alla base. 

Ciò emerge dall’osservazione dei dati Istat, i quali evidenziano una significativa differenza percentuale tra gli autori di stalking in base al genere (ca. l’85% commessi da uomini).

È importante considerare questo elemento per una migliore prevenzione e informazione sul fenomeno dello stalking.

Ciò detto, è importante ricordare che, seppur in percentuali differenti, le vittime (così come gli autori) possono appartenere a qualsiasi genere, e la gravità e pervasività di tale violenza possono colpire in egual modo. 

Spesso nell’affrontare questo argomento, ci si focalizza sull’analisi delle modalità e delle cause alla base dello stalking, ma si presta meno attenzione alle profonde conseguenze, a breve e/o a lungo termine, che può lasciare nelle vite di coloro che lo subiscono o che lo hanno subito.

Oltre infatti i, purtroppo tristemente noti, danni fisici e materiali, non è da trascurare la dimensione psicologica postuma delle vittime. Sono differenti i cambiamenti che possono coinvolgerli: nelle relazioni, sia di coppia che di amicizia, sul posto di lavoro e persino nella routine quotidiana.

Oltre lo Stalking

In alcuni casi ciò può evolvere in differenti sintomatologie:

  • Alterazioni dell’umore;
  • Disfunzioni sessuali;
  • Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD);
  • Somatizzazioni, in cui la persona presenta disturbi fisici non meglio spiegati da origine organica, ma derivanti da disagio emotivo;

Non necessariamente la persona può sviluppare queste conseguenze: i sintomi, se  presenti, possono essere transitori o più duraturi e l’elaborazione di quanto avvenuto può essere sostenuta dalla rete di supporto sociale (ad esempio familiare, amicale, o di gruppi di auto mutuo aiuto) a cui la vittima, in alcuni occasioni, può fare riferimento. 

Tuttavia, l’offrire un sostegno psicologico e, eventualmente, un intervento psicoterapeutico risulta spesso utile; si dimostra particolarmente importante nel decostruire e rielaborare i preconcetti e i pensieri disfunzionali che la persona stessa può sviluppare e che potrebbero favorire una vittimizzazione secondaria. 

 Inoltre risulta fondamentale considerare oggetto d’intervento anche le emozioni e le modalità con cui una persona, che ha subito stalking, potrebbe successivamente relazionarsi con l’ambiente che la circonda e che potrebbe ora risultare minaccioso.

In presenza o assenza di sintomi che sia, è comunque sempre necessario accogliere le emozioni che la persona può provare, al ricordo degli eventi  come nella sua quotidianità, e che spesso risultano difficili da gestire.

Istat.it – Violenza sulle donne. (n.d.).

https://webstat.giustizia.it/Analisi%20e%20ricerche/2014%20-%20Rilevazione%20procedimenti%20di%20Stalking.pdf

Pathé M, Mullen PE. The impact of stalkers on their victims. Br J Psychiatry. 1997 Jan;170:12-7. doi: 10.1192/bjp.170.1.12. PMID: 9068768.

Violenza, O. S. (n.d.). Stalking – Osservatorio sulla violenza. https://www.osservatorioviolenza.org/informazione-formazione/stalking

Articolo a cura della Dott.ssa Carla Pellegrini 

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