Per l’effettiva crescita psicologica di un individuo il ruolo del padre ha un valore ed una funzione fondamentale. In altre parole è stato dimostrato quanto anche i padri, oltre che naturalmente le madri, siano importanti per lo sviluppo di un bambino, poi futuro adulto. Fino a non molti anni fa si dava per scontata l’equazione: madre affettiva e padre che impartisce le regole. I cambiamenti della società hanno trasformato o forse sarebbe meglio dire, aggiunto al padre un ruolo legato anche all’attaccamento e all’accudimento dei figli, che prima era riconosciuto solo alla madre.

È ormai risaputo come diversi studi abbiano dimostrato quanto, sia l’amore che il rifiuto da parte di tutti e due i genitori, possano influenzare l’autostima, l’equilibrio emotivo e la salute mentale dei propri figli.

Ma quando il padre è assente che cosa può accadere?

Le ricerche longitudinali ( quelle cioè che osservano e valutano nel tempo l’andamento della crescita del bambino) hanno dimostrato come l’assenza del padre causi problemi di adattamento, così come l’insorgere di comportamenti distruttivi agiti nelle forme più diverse.

Il bambino infatti ha bisogno di un confronto continuo con il mondo esterno. Poiché egli vive un particolare mondo interno abitato da fantasie e da strutture psichiche  ancora in crescita, non ancora in grado di dare senso e significato alle paure e alle angosce interne, egli ha bisogno di confrontarsi attraverso le figure genitoriali e trovare in loro una base sicura dove potere svolgere una sana e costruttiva esplorazione del proprio vissuto.

Ma la sola presenza fisica del genitore non basta a formare il carattere e ad aiutare il bambino ad affrontare il mondo. Può essere infatti addirittura peggiore una presenza solo fisica del genitore, se non accompagnata da sentite attenzioni e forme autentiche di sintonizzazione con il proprio figlio ( i bambini hanno le antenne molto sensibili e lo sentono se il genitore è davvero coinvolto).

Ansia e insicurezza

Un padre quindi assente o peggio che mette in discussione ogni attività del bambino, genera in lui ansia e insicurezza. Questi tratti emergono molto spesso e permangono in modo disfunzionale anche da adulti. Dietro quelli che chiamiamo sintomi ( per es. ansie, attacchi di panico, depressioni, sentore di non farcela), spesso si nasconde un vissuto infantile dove la mancanza costante di una figura genitoriale fondamentale , come quella del padre, ha determinato una carenza importante per la vita dell’adulto, facendo emergere problematiche caratteriali e difficoltà

Anche sul versante dell’autostima vi sono delle conseguenze, proprio
perché la personalità di un bambino non è ancora pienamente sviluppata. Infatti  una personalità in costante crescita, che si senta poco accettata da una figura centrale e determinante come quella del padre, potrà avere delle conseguenze importanti  sul piano dell’evoluzione caratteriale.

E la madre dove si colloca?

In questi casi ci troviamo di fronte ad un impegnativo ma necessario impegno da parte della madre, per garantire un’adeguata crescita psicologica del figlio.Ella infatti cerca di ripristinare e mantenere comunque una finestra aperta col senso  e significato che apporta la figura paterna nella psiche dei bambini. Questo aspetto è decisivo, anche se non mancano gli inciampi e le difficoltà. A volte gli errori che le madri commettono sono di credere di poter semplificare ingenuamente la portata dell’assenza del padre, riportando a proprio modo una serenità della famiglia a volte purtroppo più di facciata che di sostanza. Soprattutto in questi casi un supporto di cura fornito dallo psicologo è senz’altro da consigliare


Quando il padre è assente, cosa accade da adulti?

L’inesistenza, così come la poca presenza di un padre generano conseguenze che si prolungano fino all’età adulta. Nell’adulto che ha avuto un padre poco presente infatti riappare quasi immutato, lo stesso bambino insicuro e ansioso che era un tempo. Congelato nel suo sviluppo soprattutto emozionale,il nuovo adulto resta fermo laddove si era arrestato. Le conseguenze si possono quindi vedere per esempio negli ambiti sociali dove, nell’approcciarsi con gli altri. 

Il soggetto sarà affetto molto probabilmente da forme di distacco emotivo, da difficoltà ad avere rapporti duraturi e problemi di fiducia nei confronti degli altri.
Paura e sfiducia verso il prossimo saranno purtroppo le costanti di base che
lo accompagneranno ingenerando un circolo vizioso fatto da schemi estremamente disfunzionali.

Le ragioni dell’assenza di un padre.


Diverse sono le motivazioni che spingono un padre ad abdicare a quello che è il suo ruolo. Innanzitutto è opportuno ricordare che ogni padre a sua volta è stato anche figlio. Molto probabilmente nella sua infanzia è stato lui stesso vittima di ferite legate all’assenza di un genitore ed abbia incamerato queste carenze, replicandole a sua volta Può anche essere inoltre, che per diverse cause, questo padre non abbia sviluppato le competenze relazionali necessarie per creare un legame con i propri figli.

Riuscire intanto a capire cosa è successo e a darne un altro senso, lungi dal giustificare e “assolvere” le manchevolezze genitoriali, può assumere davvero un salto significativo e far intravedere un cambiamento duraturo alle nostre carenze e difficoltà affettive.


Padre assente: come superare quelle ferite

Un padre che è stato assente lascia un segno, una ferita che per molti fa pensare al vuoto, a qualcosa di incolmabile. In queste persone ritorna la recriminazione per non aver avuto negli anni della giovinezza una figura con cui giocare, confrontarsi, al limite anche litigare.

D’altra parte però c’è anche da dire che la persona con un padre assente, il più delle volte ha trovato figure che hanno sostituito, se non superato, quel padre.

Nonni, zii, amici, partner, ma anche figure amicali sono per tanti un valido punto di riferimento con cui confrontarsi e crescere insieme.

Diventare adulti dovrebbe portare ad avere degli strumenti per affrontare meglio la vita e migliorare, ci si augura, il rapporto con i nostri genitori.


Come migliorare il rapporto affettivo con il padre

valore della figura paternaPotremmo dire che il rapporto col padre( non meno che quello con la madre), sia costitutivo e strutturante per la psiche di ciascun individuo. È interessante leggere come questo aspetto sia fondante per la nostra cultura occidentale (http://www.igorvitale.org/2014/11/17/il-ruolo-del-padre-nella-mitologia-greca/).

La crescita di una persona, il suo entrare a pieno titolo nell’età adulta, dovrebbe fare sviluppare la capacità di capire ( il che non vuol dire assolvere, o giustificare con un buonismo senza senso) che anche un padre assente lo è stato perché magari a sua volta non ha avuto un attaccamento adeguato da parte dei suoi genitori. Si scopre in altri termini che questo padre forse avrebbe voluto un rapporto differente col proprio figlio/a, ma non è riuscito a farlo. Queste cose divengono più chiare quando si diventa genitori ed in questo ruolo si riesce a ripensare allo sforzo e le difficoltà per diventare bravi padri.

Comunque sia, riuscire a vedere con altri occhi il passato, dare o tentare di dare un altro significato alle cose, in modo diverso a come avremmo potuto immaginare, apre la strada ad un diverso modo di relazionarci, riuscendo a trovare uno spazio di crescita per riprendere i rapporti, ormai su piani più consoni e costruttivi.

Molti chiedono concretamente come fare. La soluzione spesso ce l’abbiamo sotto gli occhi ed e più semplice di quello che possiamo pensare. Un sorriso,un grazie detto con autenticità, un regalo “pensato”, riescono ad aprire delle brecce su terreni che apparivano definitivamente aridi.

Ruolo e funzioni del padre oggi.


Sul padre si è detto e scritto di tutto: dal fatto che è stato demolito, che la sua funzione è evaporata o forse meglio si è trasformata, alla nostalgia per il ruolo che da sempre ha avuto per la formazione dei bambini, ragazzi, futuri adulti.

Tutto ciò riguarda l’avere messo in discussione modelli legati ai ruoli all’interno della coppia, ma anche di quello che è oggi la funzione ed il ruolo paterni, alla luce di una società post industriale che si trasforma in modi e tempi un tempo imprevedibili.

Oggi non è facile essere buoni padri. Le insidie, insicurezze, i continui e repentini cambiamenti della società hanno contribuito a rendere sempre più precaria la funzione genitoriale.

Educare i figli oggi presuppone che i genitori partecipino e cooperino anche sul piano emotivo tra loro e tra loro e i propri figli. Solo così si potranno creare quelle condizioni necessarie ed indispensabili per far fronte alla formazione e alla maturazione dei figli.

Ci riusciranno i nuovi padri?

Dott.ssa Marzia Galimberti

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