In psicologia, quando si curano gli effetti del trauma, si viene a contatto con un vissuto della persona che spesso riflette ancora quella ferita che non si è mai chiusa. Spesso le conseguenze sono talmente profonde, che ci vuole del tempo prima di riuscire ad esplorare e affrontare il nucleo di sofferenza per elaborarlo in modo efficace.
Oggi è possibile definire con maggior precisione rispetto al passato cosa si intende per trauma psichico e identificare la complessità dei suoi effetti sulla crescita e sul benessere individuale
Per trauma in psicopatologia s’intende di solito un’ esperienza minacciosa estrema, insostenibile e inevitabile, di fronte alla quale l’ individuo è impotente (van der Kolk 1996 ).
Nella vita di tutte le persone accadono infatti eventi, situazioni inaspettate, fatti imprevisti che possono provocare paura, disorientamento, dolore interno e angoscia.
Questi forti stress mettono a prova le capacità di resilienza, fino a modificare le credenze che abbiamo di noi stessi e del mondo circostante; ciò determina una spaccatura profonda nella vita interiore dell’individuo.
Da un punto di vista psicologico ci sentiamo feriti, lacerati nella pelle psichica ( Io-pelle come scrive Didier Anzieu), un tempo protettiva. Coesistono nella nostra mente sentimenti che vanno dallo smarrimento,incredulità e negazione, fino ad arrivare alla rabbia, al senso di impotenza e all’angoscia : “Perché proprio a me doveva capitare?”
Per fortuna le persone, per superare gli avventi avversi della vita, i traumi, gli shock sono equipaggiate di risorse interne che però arrivano fino ad un certo punto. È risaputo infatti che il nostro cervello è un sistema molto fino e avanzato, predisposto ad elaborare una serie di informazioni, trasformandole e integrandole nella rete delle varie memorie. In questo modo per esempio, eventuali ricordi traumatici di eventi passati, possono essere maggiormente tollerati e dotati di un nuovo significato in genere più adattativo.
Alle volte però l’evento da elaborare risulta difficile da trattare: è come se il nostro sistema risultasse insufficiente e quindi inefficace a trasformare psichicamente quanto successo.
Ecco allora che la mente-cervello rimane in balia di elementi grezzi che si traducono in sintomi e che si manifestano attraverso sensazioni somatiche, sensoriali, immagini,emozioni, pensieri frammentati o caotici.
Tali sintomi arrivano purtroppo a condizionare la vita a tal punto, da produrre disagi di vario tipo.
Succede che le reazioni emotive dolorose, poco o male elaborate, rischiano di cronicizzarsi dando luogo a cambiamenti psichici disadattivi per se’ o per le persone con cui ci si relaziona.
Usando una metafora cara a Philip Bromberg, importante esperto di psicotraumatologia, è come se l’arrivo di un’onda normale, fosse scambiata dal soggetto, per uno tsunami. Vi è in altri termini uno sbilanciamento tra stress e risorse per farvi fronte: le normali risposte fisiologiche e neurobiologiche legate per es. al rilascio massiccio di corticosteroidi, ormoni e sostanze endogene vengono attivati in modo massimale e improprio con conseguenze più o meno disfunzionali, a seconda di quanto rimangono attivi.
Ma c’è di più. Quando questa “protezione” fisiologica non è più sufficiente la nostra psiche attinge da quelle che in psicologia chiamiamo “difese”.
La più utilizzata nei casi di trauma e stress acuti è la dissociazione.
Di cosa si tratta?
La dissociazione è un processo che nel momento dell’urgenza costituisce una via di salvezza psichica notevole ( la “fuga quando non c’è via di fuga”). In alcune circostanze però può trasformarsi passando da una forma adattativa, fisiologica, ad una forma più problematica ( dissociazione strutturale). Accade cioè che anche a distanza di tempo dall’evento, perduri uno stato di allerta, che è sempre pronto a intervenire ad ogni minimo segnale di pericolo, trasformando la dissociazione in un automatismo che però diventa disfunzionale per chi ne è soggetto.
Siamo di fronte ad una sorta di “guerra preventiva” per scongiurare una nuova “ondata dello tsumani”.
I diversi tipi di trauma
Non tutti i traumi sono uguali. Si distinguono due tipologie di trauma: il trauma relazionale e il trauma con la T maiuscola.
Il trauma relazionale è quello che si sviluppa in modo progressivo e subdolo nella storia di vita. Si riferisce soprattutto a situazioni familiari dove insufficienti cure genitoriali, abusi domestici, mancanza di riconoscimento e attenzioni durate magari per anni, portano a sviluppare delle strutture di personalità incomplete. Questi traumi sono quelli più lunghi da curare.
Poi vi sono i traumi legati ad un evento circoscritto sia come tema che come tempo ( con un “inizio” è una “fine”), ma di per se’ altamente disturbanti, come possono essere un incidente stradale, un terremoto, assistere o essere oggetto di una violenza. Sono questi i traumi con la T maiuscola. Paradossalmente e fortunatamente, sono più facilmente curabili.
Gli effetti dei traumi
Traumi non elaborati possono col tempo produrre disturbi psicopatologici come depressione, uso improprio di alcol o sostanze d’abuso e disturbi del comportamento alimentare. Inoltre vi possono essere disordini nel sistema cardiovascolare, immunitario, endocrino che possono avere delle conseguenze non indifferenti sulla salute fisica del soggetto.
Insomma la clinica dei traumi ci racconta come il sintomo manifesto, sia sempre una punta di iceberg, al di sotto della quale, troviamo un mondo interno spesso frammentato e irrigidito da schemi apparentemente adeguati,ma in realtà disfunzionali.
La cura dei traumi
La psicologia clinica ha sviluppato interventi mirati a curare e migliorare i sintomi e gli effetti dello stress post-traumatico. Ma più ancora, si è dimostrato come una psicoterapia a medio termine, possa essere in grado di rimettere in moto quei naturali processi di elaborazione adattativi che il trauma aveva momentaneamente fermato e congelato.
Soprattutto per il trauma relazionale, si è visto che la psicoterapia più efficace è quella che non solo esplora ed elabora gli aspetti più salienti dell’esperienza relazionale traumatica, ma si occupa dei processi psicologici e comportamentali messi in atto nell’attualità, sui quali si può meglio intervenire attraverso la relazione terapeutica.
Bibliografia consigliata
Anzieu, D. ( 2017). L’io-pelle Raffaello Cortina editore
Bromberg, P. M. (2012) L’ombra dello tsunami. La crescita della mente relazionale . Raffaello Cortina editore
Van der Kolk, B. (2015). Il corpo accusa il colpo. Raffaello Cortina editore.
Film
Napoli velata (2017) di Ozpetek F.